Le imprese italiane nel settore dei trasporti e della logistica sono tra le più colpite dalle nuove tariffe di energia e carburante. Cerchiamo di comprendere lo scenario attuale e le possibili conseguenze della crisi. Tecnologia e innovazione le risposte per il futuro.
A causa dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche, le imprese italiane nel 2023 saranno costrette a pagare un costo extra di 36 miliardi di euro. Un incremento senza precedenti storici, che obbligherà molte attività a chiudere gli impianti produttivi, almeno temporaneamente. I settori più colpiti, dalla nuova emergenza del rincaro energetico saranno quelli che registrano i consumi di energia elettrica più importanti, tra i quali si classifica sicuramente quello dei trasporti e della logistica.
RINCARO ENERGETICO

Gli aumenti delle materie prime, di luce e gas riguardano ovviamente anche il gasolio. In un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada prima di arrivare sui nostri scaffali, il costo della benzina e del gasolio mette in seria crisi le imprese oltre che le famiglie italiane. Sulla criticità di questo scenario, pesa poi il deficit logistico nazionale, causato dall’importante carenza delle infrastrutture per il trasporto merci, che oltre a costare diversi miliardi di euro al nostro Paese, posiziona il sistema economico italiano, tra quelli più penalizzati all’interno dell’Unione Europea. In questi giorni il dibattito politico italiano si accende sulle possibili soluzioni e aiuti per riuscire a fronteggiare questa situazione poco rassicurante, mentre in Europa diventa necessario riflettere sulla futura attuazione di una strategia comune, che consenta di stabilizzare il prezzo del gas sul mercato, uniformando i costi di approvvigionamento e riducendo la disuguaglianza di prezzo tra i paesi membri.
IMPATTO AMBIENTALE
Oltre all’aumento del prezzo del carburante, il settore dei trasporti e della logistica si trova a dover fronteggiare anche la sfida del mercato dei noli, legata all’aumento del prezzo del carburante, alla scarsità di container e alla congestione dei porti. Il settore sconta ovviamente anche problematiche di vecchia data, prima fra tutte l’inefficienza dei porti a livello globale, incapaci di gestire il traffico generato dalla ripresa e le difficoltà relative all’impatto ambientale legato alle attività del settore. È necessario cercare nuove soluzioni non solo per i trasporti ma per tutta la supply chain. Il trasporto è infatti responsabile di circa un quinto delle emissioni globali di CO2, anche per effetto della globalizzazione e del crescente aumento della domanda di beni di consumo.
CRISI PER LE IMPRESE ITALIANE
Un’economia minacciata dal cambiamento climatico, dalla pandemia e da eventuali rotture nelle catene di approvvigionamento e produzione, mette a rischio il 40% dei profitti globali. In Italia il tessuto economico è composto per oltre il 90% da microimprese, quindi è molto facile immaginare che il nostro paese dovrà fare i conti con questo stato di cose, senza però avere i mezzi delle grandi corporate. Bisogna pensare che le microimprese, difficilmente riescono a scaricare costi maggiorati sui clienti finali. Intere filiere, dall’alimentare ai trasporti, che stavano provando a ripartire dopo le difficoltà causate dalla pandemia, si trovano a fronteggiare un aumento dei costi energetici che abbatte qualsiasi possibilità di ripresa della marginalità. Tagliare drasticamente il costo dell’energia per le imprese, sembrerebbe l’unica strada percorribile per evitare di vanificare la ripresa economica degli ultimi mesi.
LE CONSEGUENZE DELLA CRISI
Costi alle stelle per le aziende, ritardi nella produzione e aumenti sui consumatori, con conseguente crescita del fenomeno dell’inflazione e dei tassi di interesse applicati al debito. Insomma, un circolo vizioso difficile da scardinare, soprattutto perché quelle che paiono latitare sono le strategie da mettere in campo. Gli imprenditori parlano di scelte destinate a determinare effetti negativi. La prima: fermare l’attività. È purtroppo ragionevole attendersi che questa drastica decisione maturi in numero crescente nei prossimi mesi, con forti ripercussioni sul Welfare occupazionale. 120 mila aziende e 370 mila posti di lavoro a rischio, sono queste le previsioni presentate dalle principali associazioni della grande e piccola distribuzione, da oggi ai primi sei mesi del prossimo anno.
La seconda: continuare ad alzare i prezzi, generando una nuova e rilevante inflazione che raggiunge già in questi mesi il massimo livello dal 1985. Una spirale perversa che potrebbe facilmente condurre in futuro, ad una violenta fermata ciclica. Servono misure strutturali e interventi di emergenza, ma il problema è trovare le risorse senza rischiare di generare altro debito.
BLISS CORPORATION: LA CRISI È UN’ OPPORTUNITÀ DA NON PERDERE.

Diversificazione, tecnologia e risparmio energetico sono l’obiettivo di Bliss Corporation per la prossima stagione. La risposta all’impatto generato dalla crisi risiede nella sostenibilità e nella diversificazione della fonti di approvvigionamento. Come impresa italiana, Bliss Corporation vuole ribaltare lo sguardo sulla crisi. La contingenza negativa, dovuta prima alla pandemia Covid-19 e successivamente al caro-energia e alla carenza delle materie prime, esplosa con il conflitto in Ucraina, non pregiudicherà gli investimenti e l’innovazione dei processi già avviati da Bliss Corporation su ambiente, ricerca e sviluppo nel corso del 2022. La convinzione è che la crisi possa essere interpretata e gestita come un processo finalizzato ad accelerare una serie di passaggi, piuttosto che a rallentarli.
Una prospettiva che permette di trasformare questo momento in un’occasione ricca di opportunità. Oggi più che mai l’azienda cerca di salvaguardare il lavoro fatto in questi anni, con resilienza e grande capacità di adattamento al cambiamento, ancorandosi alla programmazione e alla concretizzazione degli investimenti previsti nel 2023. Investimenti che puntano sull’innovazione tecnologica e organizzativa, volti a rimodulare in senso ecologico e secondo i parametri di un’economia circolare la propria realtà. Se i mercati dell’energia fanno da perimetro al contesto in cui opera il settore, significa che mai come in questo momento si è chiamati ad utilizzare meno risorse e dunque meno energia.
Bliss Corporation è determinata a combattere la sfida che il futuro reclama, senza rinunciare ad essere un’azienda fortemente competitiva all’interno dei mercati in cui operano le sue 3 società, Bliss Moving & Logistics, Bliss Pet Services e Bliss Relocation: efficienza energetica, taglio dei consumi, tecnologie più efficienti e fonti rinnovabili.